Ieri sera il cda di Monte dei Paschi di Siena ha approvato l’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro per coprire il deficit patrimoniale di 2,1 miliardi individuato dalla Bce, oltre a ulteriori azioni sia dal lato dell’attivo sia da quello del passivo. La seconda parte della manovra di rafforzamento patrimoniale, infatti, punta sulla cessione di alcuni asset non core per altri 220 milioni, tra cui, probabilmente, il 10% di Anima.
L’aumento di capitale consentirà di rimborsare anticipatamente gli aiuti di Stato ancora in pancia alla banca, vale a dire 1,1 miliardi di Monti-bond, che costano circa 100 milioni all’anno. Infine, c’è la richiesta alla Bce di poter sottrarre dal deficit patrimoniale 390 milioni come differenza tra i profitti operativi di quest’anno e quelli evidenziati negli stress test.
Le risorse chieste al mercato (2,5 miliardi di euro) sono pari a circa il 70% della capitalizzazione di Mps, dunque l’effetto diluitivo non è trascurabile e ragionando su questi numeri oggi gli analisti di Credit Suisse (rating neutral e target price a 1 euro confermati sul titolo) hanno valutato due scenari possibili, con due diluizioni differenti.
Con un aumento di capitale da 2,5 miliardi e accantonamenti per 4,2 miliardi, la diluizione sul tangible book value sarebbe del 43% e il common equity tier 1 pro-forma scenderebbe al 9,8% dal 9,9% del secondo trimestre, per una valutazione della banca compresa in un range tra 0,6-0,8 euro, a seconda del ritorno sul tangible book value (dal 5% al 7% entro il 2016).
Nell’ipotesi, invece, di un aumento di capitale da 2,5 miliardi e accantonamenti per 1,1 miliardi, la diluizione sarebbe del 31%, il common equity tier 1 ratio salirebbe al 12,5% e il target price sarebbe pari a 0,6 euro, alla luce di un ritorno sul tangible book value del 4,3% al 2016. Per la banca d’affari 0,6 euro è la valutazione minima (floor) per le azioni Mps, ma per avere una visione più positiva sul titolo gli analisti attendono ora conferme sull’accelerazione del processo di pulizia del bilancio, al fine di migliorare la redditività futura.
Anche Kepler Cheuvreux (hold e prezzo obiettivo a 1,20 euro) oggi si è interrogata sui possibili scenari di Mps e, ipotizzando un aumento di capitale da 2,5 miliardi a un prezzo di emissione di 0,4 per azione, ha calcolato che la banca dovrà emettere circa 6,25 miliardi di nuove azioni, contro i 5,1 miliardi in circolazione. Quindi, diluendo l’utile per azione 2017 di quasi il 50% e senza assumere eventuali cessioni di asset, il prezzo/utile 2017 rettificato sarebbe di 10 volte, a fronte di un prezzo/utile 2015-2016 pari, rispettivamente, a 29,7 e 6,7 volte.
“Noi crediamo che la banca difficilmente troverà un modo per rimanere indipendente, considerando anche la cattiva qualità del credito e il continuo de-leverage necessario per conformarsi ai coefficienti patrimoniali richiesti dalle autorità. Tutto questo rende l’ambizione di un recupero della redditività sempre più difficile”, ha concluso Kepler Cheuvreux. A Piazza Affari l’azione Mps ora recupera l’1,81% a 0,7035 euro, ma la volatilità resta alta con il titolo che ha toccato un minimo intraday a quota 0,66 euro e un massimo a 0,719 euro.