Alle origini di Bill Viola nella Firenze anni Settanta

Simone Dinelli

 

Ci sono gli esordi della carriera e i trascorsi fiorentini di Bill Viola al centro di una delle due mostre che il Lucca Film Festival propone a partire da oggi, anteprima primaverile del festival vero e proprio in programma dal 23 settembre al 2 ottobre. Un «antipasto» suddiviso fra la sede della Fondazione Ragghianti e la chiesa di San Cristoforo, entrambe in centro storico, che darà spazio anche alla produzione pittorica di Luca Bellandi.

È proprio la Ragghianti ad accogliere The Seventies , la mostra dedicata a Viola, curata da Maurizio Marco Tozzi e Alessandro Romanini e realizzata insieme a Over The Real: un percorso fra la video arte degli anni Settanta — quando Viola, a Firenze, era direttore tecnico di art/tapes/22, fondato da Maria Gloria Bicocchi, punto di riferimento per tutti coloro che si trovavano a sperimentare queste nuove tecnologie — accompagnata da una selezione di scatti fotografici di Gianni Melotti. Mystified è invece il titolo dell’esposizione che racchiude in San Cristoforo una ventina di grandi tele di Bellandi dedicate alle pellicole e ad attori e registi che hanno fatto grande la storia del cinema, a cura di Riccardo Ferrucci e realizzata in collaborazione con Casa d’arte San Lorenzo. La mostra The Seventies sarà visitabile fino a domenica 8 maggio, Mystified fino a venerdì 27. «The Seventies — racconta Maurizio Marco Tozzi — è focalizzata su primi anni di carriera di Bill Viola, laureatosi alla Siracuse University per poi trascorrere un periodo di diciotto mesi nella culla del Rinascimento. L’allestimento propone le fotografie di Gianni Melotti che risalgono a quel periodo e svelano un Bill Viola alle prese con le prime telecamere, mentre interagisce con importanti artisti durante vari momenti di backstage. Alle immagini si uniscono poi cinque video, anche essi riconducibili agli inizi di Viola, prima che si dedicasse alle grandi installazioni e diventasse un artista di fama mondiale». I video proposti nella mostra si riferiscono al periodo compreso fra il 1977 e il 1980: da The Reflecting Pool a Moonblood fino a Silent Life e Vegetable Memory . Opere in cui l’artista esplora i fenomeni della percezione sensoriale come chiave per la conoscenza i sé, concentrandosi su temi come nascita, la morte, lo sviluppo della coscienza con richiami alle sapienze orientali. Sono gli anni in cui frequentava in San Niccolò la vivacissima Zona no-profit art space, nata nel 1974 da un’idea di Mario Mariotti, Paolo Masi e Maurizio Nannucci a cui si unirono altri artisti e fonte di ispirazione. «Già da qua — aggiunge Tozzi — preme sottolineare l’importanza dell’aspetto didattico di questi video, che vedono il ricorso a tecniche con nastro magnetico che ancora oggi risultano difficili da realizzare col digitale. Movimenti poi entrati a pieno titolo nel mondo del cinema, in senso generale, e di quello sperimentale, in particolare». «La volontà di animare nuovamente anche il periodo primaverile — sottolinea invece il presidente Borrelli — ha portato alla decisione di proseguire nella realizzazione e di due attività espositive di grande rilevanza culturale. Queste mostre rientrano a pieno titolo all’interno del Lucca Film Festival 2022, rappresentando il nostro impegno concreto per rendere il festival vivo tutto l’anno».

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