di Pierluigi Piccini
Ormai è evidente che l’attività amministrativa (già scarsa) per l’attuale maggioranza ha lasciato il posto all’iniziativa politica, in previsione delle amministrative del 2023. Tant’è che il prossimo Consiglio comunale si terrà il 4 di aprile solo sulle interrogazioni, molte già scadute nella loro efficacia temporale. Pensano di farne un altro alla fine di aprile. Poi maggio, il Palio e così, se non ci saranno novità, questo mandato amministrativo scivolerà verso l’archiviazione. Le nomine e i cambi di giunta vanno letti in questa prospettiva: hanno solo il senso di preparare uno schieramento elettorale. Non si possono leggere diversamente gli incarichi dati a Colella e Fattorini, visto che non faranno in tempo neppure a rendersi conto di dove si trovano che tutto finirà. Ma non ci sono solo queste di nomine, le più importanti sono quelle alla Fondazione Monte dei Paschi. Dove resterà, con molta probabilità, Carlo Rossi, che dovrebbe essere affiancato alla vicepresidenza dall’avvocatessa Barbafiera (Lega) e dal geometra Gasperini (Marzucchi) alla presidenza del Collegio dei revisori dei conti. Gasperini si ripete nell’incarico in speme ad una promozione, con una differenza importante che precedentemente fu nominato da un esponente del Pd. Che significano questo due nomi? Il tentativo di un rafforzamento del rapporto con la Lega, oggi più debole rispetto al 2018, che dovrà giocarsi le sue possibilità di successo quasi esclusivamente sul piano locale. Dall’altra Marzucchi che con la nomina del Gasperini avrebbe deciso di rimanere nell’alleanza di centrodestra. Alleanza, quest’ultima, che manda in frantumi l’annunciato raggruppamento dei Riformisti, togliendo nei fatti un concorrente potenziale ai socialist-lobby. Non sappiamo cosa toccherà a Fratelli d’Italia e Forza Italia: il Manuale Cencelli delle nomine elettorali, ahimè per quanto mi riguarda è incompleto, ma qualcosa accadrà sicuramente. Anche se una parte dei fratellini è fortemente irrequieta nei confronti di De Mossi. Si è vero che ci sono anche le liste civetta, non le vorrei dimenticare. Liste civetta che partono, qui da noi, come associazioni, nascono qualche settimana prima delle elezioni e con poco respiro politico. Una delle due associazioni (Romei con Gene_Si e Paglialunga raccoglitore di firme) che probabilmente si trasformerà in lista civetta (Gene_Si) è quella che farà successivamente capo ai socialist-lobby. Il tutto sempre ammesso che De Mossi confermi la volontà di candidarsi, candidatura che non è stata ancora ufficialmente confermata.
La scelta di Marzucchi e di Italia Viva annulla il Gruppo riformista, che sarà utilizzato di tanto in tanto nel nome, come ricordo nella campagna elettorale al solo fine dei voti, nel tentativo di trovare una copertura “ideologica”. Modo di fare a cui siamo abituati da anni e che si ripete sempre uguale. Il Pd sta lavorando per riconfermare le alleanze partitiche, le stesse delle ultime suppletive e con una certa fretta, per dimostrare di essere in grado di aggregare degli alleati e il tutto senza rinunciare al proprio simbolo. In questo modo smentiscono Letta e le promesse che aveva fatto all’epoca della sua candidatura. Il Pd senese, viceversa, non ha urgenza di presentare un candidato, forse lo farà ad agosto, con la probabilità che slitti a settembre. Che se tanto ci da tanto Roncucci cercherà per quella data un nome altisonante e se sarà così, questi non vorrà di certo mettersi in discussione con delle primarie. Quindi, il Terzo Polo Civico (TPC) che prosegue nel suo lavoro rispettando le scadenze che si è dato. Può darsi che nascerà qualche altro movimento in vista delle elezioni, ma la partita del 2023 si sta delineando e con molta probabilità sarà giocata al primo turno fra questi tre raggruppamenti.